Antimalarici: bioingegneria per tutti

L’artemisinina, ad oggi ritenuto il principale farmaco antimalarico, potrebbe essere prodotta a basso costo grazie alla creazione di lieviti modificati geneticamente. Numerose attività di ricerca inseguono il sogno di rendere tali microrganismi capaci di produrre l’acido artemisinico, precursore del principio attivo del farmaco. I maggiori successi sono stati finora raggiunti durante esperimenti di bioingegneria condotti presso la University of California (fonte: Nature).

La malaria uccide più di un milione di persone l’anno, soprattutto bambini; le zone più colpite sono nel continente africano, regioni come l’Africa sub-sahariana che hanno scarsa disponibilità di mezzi preventivi e terapeutici. Il farmaco oggi considerato più efficace soprattutto contro i ceppi resistenti ad altre terapie è l’artemisinina che si estrae dalla Artemisia annua, una pianta conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà medicinali. Essendo una pianta rara, il farmaco che da essa si produce è molto costoso. La soluzione potrebbe venire dalla bioingegneria: i ricercatori hanno modificato geneticamente il lievito Saccharomyces cerevisiae, inserendo nel suo DNA due geni della Artemisia annua. Ciò rende il lievito capace di produrre l’acido artemisinico, precursore del principio attivo del farmaco, ottenibile a questo punto per sintesi chimica dall’acido. Saremo capaci di rendere disponibile questo progresso della bioingegneria a tutti coloro che nel mondo ne necessitano?

Questo sito usa cookies. Se acconsenti, accetta questo messaggio. Per maggiori opzioni, leggi la Privacy Policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi