Troutville, Virginia

Oggi ci siamo presi un’intera giornata di distacco dalla frenesia, percorrendo qualche miglio del mitico e favoloso Appalachian trail. Una delle escursioni che sembrano essere più interessanti in questa regione e’ lungo la Blue Ridge Parkway: un percorso in una natura rigogliosa, boschi interminabili ed a stretto contatto con numerosi animali selvatici.

Appalachian trail Sentiero degli Appalachi USA

Lexington, Virginia

In un viaggio accadono cose che nella vita di tutti i giorni sono inimmaginabili… eventi che cambiano il modo di percepire la realtà. Lo scossone che negli ultimi due giorni ha subito il nostro vagabondare e’ forse il primo segno: l’iniziale idea di spostarci da Washington a Chicago e’ stata soppiantata dall’avventurosa decisione di prendere la strada verso Denver assieme ad un ragazzo conosciuto in ostello. Beh, dopo due giorni ci ritroviamo in un luogo dimenticato perfino dalle mappe, nel cuore dei monti Appalachi. Le circostanze che ci hanno portato fin qui sono troppo complicate, ciò che conta e’ che abbiamo trovato un luogo stupendo, dove ci e’ concesso di assaporare i ritmi dell’America più profonda, della natura selvaggia e della vita “on the road”. Questa e’ la calda ed umida regione nei pressi di Lexington, in Virginia. Ora la nostra rotta segue i ritmi pigri del sud.

Fortuna ha voluto che in questa piccola cittadina incontrassimo delle persone fantastiche, pronte a darci il loro aiuto e la loro amicizia. Grazie a Chris e Patty, davvero… Se un giorno passerete da queste parti, non dimenticate di fare una tappa da Sweet Things (106W Washington St, Lexington), il loro delizioso gelato vi aspetta!

La guerra civile americana

Washington DC

Siamo seduti davanti all’ombelico del mondo, la White House (Casa Bianca)… un senso di inaspettata soggezione ci viene trasmessa dalla grandezza dei monumenti che glorificano la storia americana. E’ una giornata molto piacevole, fa caldo.

Stasera ci siamo regalati una fantastica cena etiope, ovviamente accompagnandola con un po’ di buon reggae. Una breve parentesi culinaria ci serve per dire che, a dispetto di tutto il male che se ne dice, negli stati uniti stiamo mangiando degli ottimi piatti, dal classico thailandese alla meno diffusa cucina afgana, fino all’immancabile pollo del Kentucky.

White House davanti alla casa bianca washington DC USA

Ciao Philadelphia

Di nuovo zaino in spalla, ci incamminiamo verso la stazione dei bus… senza una destinazione, ma qualche idea. Sicuramente ci rimarrà la gioia di una settimana ricca di sorprese. L’ultima notte di Philadelphia ci ha regalato un altro bel concerto, questa volta dei Sonic Youth. Beh, i biglietti erano esauriti, ma ascoltarli seduti sul marciapiede all’esterno del locale, sotto le stelle, ci e’ sembrato bellissimo… Qui a Philadelphia abbiamo incontrato dei buoni amici, nell’ostello in particolare ci siamo sentiti a casa fin dal primo giorno: abbiamo trovato compagni per discutere di viaggi, di America e della vita in generale. L’atmosfera di questa metropoli e’ talmente tranquilla ed amichevole che alle volte ci siamo addirittura dimenticati di stare in una città. E’ più di un consiglio quello di cercare un letto al Bank Street Hostel, unico inconveniente e’ che resta chiuso per pulizie dalle 11am alle 4pm!

Il tempo passa, siamo nel viaggio…

mosaico culturale di philadelphia artista dei sobborghi

Philadelphia

Lasciamo New York con la bella sensazione di averci mostrato molto, seppure nel breve tempo in cui l’abbiamo esplorata. E’ una città che sa accogliere, probabilmente per abitudine. Nel breve tragitto che ci ha portati da NYC a Philadelphia, siamo entrati in contatto con nuove realtà, che l’isolamento di Manhattan nasconde sapientemente tra gli alti grattacieli… Le sterminate periferie delle metropoli non mostrano un antico romanticismo, ma la loro faccia dura ed invecchiata dal tempo e dall’abbandono. Ai lati dell’immensa autostrada ben presto si sviluppa un territorio contadino, in cui gli sterminati campi e gli appezzamenti boschivi sono interrotti da rari villaggi e più spesso isolati ranch… qui si respira un’aria molto lontana dalla città e dalla sfrenata modernità dei centri finanziari. L’ostello dove alloggiamo e’ bello ed amichevole, in generale l’intera città sembra più a misura d’uomo rispetto a New York. L’altro lato della medaglia e’ che tale familiarità rende ben visibili gli stridenti contrasti della nostra società: accanto a lussuosi locali ed alberghi si muove un esercito di senza tetto, nell'”apparente” totale indifferenza delle altre persone. La brutta sensazione e’ che sia il sistema stesso a trascinare molti individui verso questo stato di emarginazione, sicuramente quelle che non reggono il passo veloce e deciso della moderna società. Ed in un paese dove ogni prestazione e’ meticolosamente valutata a mezzo di inclementi parcelle, essere emarginati significa non esistere.

La vita notturna di Philadelphia ci ha entusiasmato fin dal primo giorno. Ieri sera per caso abbiamo avuto la fortuna di assistere al concerto di Cat Power. Un ragazzo gentilissimo ci ha regalato uno dei due biglietti, il resto e’ stato un concerto intenso: una voce calda ed avvolgente e testi carichi di significato, arrangiamenti stupendi, un allegro folletto irriverente.

New York per viaggiatori indipendenti

Attraversando in lungo ed in largo il dedalo di viuzze nei quartieri di Greenwich village, Chelsea e West village, abbiamo scoperto un sacco di negozi strampalati, bar e locali per concerti (una volta fumosi). Qui Manhattan si prende una pausa dalla sua incredibile frenesia, gli edifici si abbassano ed assumono sembianze ottocentesche. Il traffico dirada ed i frequenti parchetti si riempiono di giovani che giocano a basketball. E’ piacevole bere una birra fresca riposando sotto gli enormi alberi, animati dall’operosita’ degli scoiattoli… E come se il tempo volasse, e’ gia’ arrivato il rosso tramonto. Tornando a casa abbiamo costeggiato le sponde dell’Hudson river lungo il Riverside park. Come ogni giorno, milioni di persone sono passate davanti ai nostri occhi, innumerevoli colori e lineamenti. New York e’ davvero cosmopolita: quanti emigranti sono approdati in questa grande mela, cercando ciascuno i propri sogni?

Un suggerimento per i viaggiatori squattrinati: per una sistemazione andate al Mount Royal Hostal (W 94st, 351 Manhattan) e contrattate il prezzo della camera! Si trova in una bella zona vicino a Central park ed e’ ben servito dalla metropolitana.

Skyline di Manhattan da Brooklyn statua della libertà

New York e Brooklyn

Finalmente il sole americano! E con esso una gran voglia di vedere, scoprire, viaggiare… Le nuove conoscenze che stiamo facendo ci portano su strade sempre più interessanti. Iniziamo a capire che New York e’ una città davvero complessa, di quelle che richiedono molto tempo per farsi conoscere. Lunedì abbiamo passato la giornata bighellonando tra Times square e Central Park. Gli spazi qui sono immensi e perdersi nel polmone verde di Manhattan e’ fin troppo facile. Su consiglio di un ragazzo conosciuto in metropolitana, abbiamo passato il pomeriggio a Brooklyn, in cerca di locali alternativi che abbiamo trovato senza alcuna difficoltà. Non abbiamo incontrato tanti artisti per strada finora, ma abbiamo già assistito ad alcune performance memorabili: break dance in Central park e jazz sotto il ponte di Brooklyn su tutte.

Barca a vela sotto il ponte di Brooklyn al tramonto sullo sfondo manhattan

New york, primo contatto

Alba del secondo giorno qui a manhattan. Siamo ancora completamente sballati col fuso. Gli orari in questa sfavillante america non esistono: negozi sempre aperti, traffico incessante, gente che mangia ad ogni ora… Forse proprio come uno se la aspetta. E poi luci, luci, luci… Peccato per il tempo, ci accompagna una nebbia quasi londinese, anche se oggi c’e’ qualche spiraglio di sole. Ieri abbiamo macinato chilometri, sempre con uno sguardo rivolto verso il cielo (che ovviamente causa grattacieli non si vede!). Solitamente non siamo entusiasti della modernità, ma lo skyline di manhattan toglie il fiato. Pensavamo ad una città con più contrasti, ma e’ troppo presto per capirlo. La gente e’ fantastica, e’ facile attaccare bottone con chiunque, dal barbone di central park al mercante di chinatown… Le prime visioni strampalate: un bambino al guinzaglio ed un cane nel passeggino.

Manhattan, grattacieli visti da Central Park

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