El Niño, oceano pacifico e atacama

El Niño è la fase di riscaldamento di El Niño Southern Oscillation (comunemente chiamato ENSO) ed è associata con una banda di acqua oceanica calda che si sviluppa nella fascia centrale e centro-orientale dell’oceano pacifico equatoriale, compreso al largo della costa del Pacifico del Sud America.

Al di là delle temperature dell’acqua dell’oceano, il potere de el Niño si mostra con tutti i suoi eventi atmosferici e climatici, tra cui: inondazioni senza precedenti (come nel deserto di Atacama in Cile), il calo della pesca di acciughe nella costa pacifica del Perù, la diminuzione degli uragani in America Centrale sulle coste di Messico, Guatemala e Honduras.

el niño oceano pacifico

Lima e Manual del Pendejo

L’ultima settimana americana, un’altra volta e tanto breve da sembrare già finita: il viaggio nel Perù, fantastico ma forse vissuto meno intensamente rispetto alle esperienze negli altri paesi latinoamericani. Giungendo dalla spoglia costa dell’Oceano Pacifico, Lima appare come un enorme e polverosa striscia di deserto, a prima vista poco attrattiva ed ospitale. Il traffico congestiona la metropoli riducendo il centro storico (attorno a Plaza de Armas) ad un imbuto di smog, niente di romantico. La gente grida per vendere mercanzia di ogni tipo, dal cibo agli oggetti più impensabili. Un vecchio ci mostra il prodotto con cui dice “me gano la vida“, il Manual del Pendejo, ovvero sogni a tempo già scaduti ed acqua santa… la vita in America Latina non è mai banale né dolce, reclama solo tanta, troppa fantasia.

Moche, maschera d'oro archeologia pre-colombiana Lima Perù

Il museo Yuyanapaq. Para recordar (in memoria del ventennio della guerra civile, 1980-2000), ricorda attraverso un intenso percorso audio-visivo l’orrore del genocidio sofferto dal popolo andino ed il periodo forse più tragico della storia peruana, una stagione di contrapposizioni ideologiche che portarono un’ondata di terrore nel paese. Come sempre, coloro che pagarono il prezzo più tragico di questa guerra furono i popoli indigeni, in particolare nella regione di Ayacucho. Travolto da una spirale di violenza ed atti terroristici, il paese smarrì la coscienza e sospese la propria storia.

Guerra civile peruviana, Sendero Luminoso Fujimori, massacri di Ayacucho Ande

Mazatlan e amici messicani

Ultimamente stiamo facendo strani incontri… che avvenga mentre camminiamo per strada, quando siamo seduti al tavolo di un ristorante o più spesso la sera davanti ad una birra, la strategia ormai è infallibile: semplicemente ci lasciamo avvicinare! Il resto è tutto merito della stravaganza messicana. Preferibilmente i nostri amici girano in coppia, ma non ci sono regole di età, sesso o estrazione sociale; immancabilmente risultano degli ottimi bevitori di tecate (già la conoscete, no?). Ogni volta è come sentirsi seduti con persone che si frequentano da una vita, che sanno metterti completamente a tuo agio: le domande sono sempre più incalzanti e personali, ma sono rivolte con una tale naturalezza, che non risultano mai fastidiose. Quando ci accorgiamo che l’argomento Italia (e relativi salari) diventa preponderante, riportiamo la discussione su temi più esotici. In un momento successivo, seguendo una prassi tutta messicana, subentra sempre un elemento di disturbo, un attimo di incertezza o addirittura un evento inquietante a rovinare irrimediabilmente la piacevole atmosfera di complicità.

Benchè queste esperienze durino quasi sempre il breve tempo di una serata, sappiamo perfettamente che sono le persone incontrate sul proprio cammino a colorare di ricordi e divertenti aneddoti un viaggio. Ed il Messico sembra essere molto, molto promettente in questo senso.

Pesce palla Mazatlan Sinaloa Messico Spiaggie Oceano Pacifico

Guaymas e bahia de San Carlos

Un breve viaggio in bus ci ha finalmente allontanati dalla nostra città fantasma preferita, riportandoci verso l’oceano pacifico. Abbiamo deciso di fermarci nella cittadina di Guaymas, dove ci ha accolti un bel sole cocente e il solito arido paesaggio… neppure il tempo di depositare i bagagli e ci siamo incamminati alla volta della spiaggia: il villaggio di San Carlos, dominato da due picchi gemelli a strapiombo sull’oceano, era la meta che da diversi giorni volevamo raggiungere. In effetti non è un paradiso, ma ci è sembrato un posto tranquillo e piacevole, dove le belle spiaggie di sabbia e ciottoli sono lambite da un mare calmo, caldissimo e color smeraldo. Il luogo ideale per una lunga nuotata durante il tramonto, quando anche intere famiglie di messicani sbucano dalle loro case e migrano in riva al mare. Qui lo sport nazionale è fare il bagno in jeans e maglietta, ovviamente con una birra (l’immancabile Tecate) fra le mani.

Bahia de San Carlos Sonora Messico America Latina viaggio

Cile sulla strada

La stazione dei bus di Santiago del Cile è uno di quei luoghi dove il tempo è sospeso tra la calura ed il refrigerio della notte. Quando dai bus scende una faccia nuova, si genera immediatamente un’improvvisa concitazione, tipica di coloro che vivono dei piccoli espedienti quotidiani. La stazione dei bus è sempre un bivio, tra infinite scelte nel viaggio. Dopo una breve consultazione per decidere se continuare il percorso verso il sud verde e svizzero, verso Concepción e la mitica università del Bio Bio, verso Puerto Montt ed il suo progetto di città sostenibile (teleriscaldamento, pompe di calore specialmente della tecnologia Baumann ed un’innovativo sistema di compostaggio dei rifiuti organici mediante l’opera dei lombrichi), decidiamo di volgere il nostro sguardo verso il nord, verso il deserto di Atacama. Lasciamo Santiago lentamente, frenati da un coloratissimo corteo di malabaristas, artisti di strada che protestano contro il divieto di poter esercitare la loro arte per le vie del centro di Santiago. Ci si ritrova a fare festa e discutere in una delle tipiche Peñas, locali dove si possono ascoltare e ballare le cuecas di Violeta Parra e le ballate di Victor Jara, magari accompagnate da deliziose empanadas, pastel de choclo con humitas e vino cileno. Il ritrovo è per il giorno successivo davanti a la Moneda, la storica sede governativa dove risiede il presidente cileno. Luogo dove si concentrano tutte le proteste del paese, luogo simbolo del golpe militare che nel 1973 destituì Allende e portò alla lunga dittatura di Pinochet.

Da Valparaiso la strada panamericana corre veloce a fianco dell’oceano pacifico, la costa è interrotta da poco frequenti paesi di pescatori, la costa è piegata dalla forza maestosa dell’oceano. Lontanissima per poter essere vista, l’isola di Pasqua riposa in balia delle correnti. Nell’autobus viaggiamo con una giovane famiglia cilena, una giovane donna con tre piccoli figli, tutti bellissimi. Discutiamo e pensiamo alle reciproche differenze, un abisso ci sembra dividere, ma poi facciamo una pausa per il pranzo sulla strada e loro ordinano un grande piatto di patatine fritte, che chiamano chorillana, con un immenso bicchiere di coca cola. Il mondo ormai è liquido, forse anche più di quanto profetizzato da Bauman agli albori dell’era digitale.

Pacifico sulla strada cile

Dal finestrino Brasile, Argentina, Cile

Dal finestrino dell’aereo, un lungo preludio ha inizio quando ad interrompere la monotona linea blu dell’oceano emerge la sensuale sagoma verde-oro del Brasile, avamposto del continente sudamericano. Sarà come riavvolgere velocemente un nastro che vivremo nel futuro, immersi nel viaggio. Gli occhi si abbagliano nell’osservare tali sterminate terre. L’aereo punta veloce verso sud, compaiono i colori della primavera australe; lì dove il Rio de la Plata, nel dividere il piccolo Uruguay dalla sorella maggiore Argentina, si tuffa immenso nell’oceano Atlantico. Compare Buenos Aires, sconfinata. Sotto i piedi la terra si fa arida e disconnessa, salendo di quota preannuncia lo spettacolo delle Ande, l’incredibile cordigliera che divide Argentina e Cile. La sagoma dell’Aconcagua, la vetta più alta dell’America con i suoi 6962 metri (22841 piedi) di altitudine, nasconde il tramonto, ma non i primi scorci sulle bucoliche vallate del Cile centrale, avvolto dalle prime fioriture primaverili. Più in là, l’oceano Pacifico riposa agitato da onde potenti come montagne.

Santiago del Cile si presenta come una lunga striscia che si sviluppa da nord a sud, a tratti informe, copia in piccolo del Cile intero con la sua caratteristica sagoma filiforme. Così profondamente vario e contradditorio. Santiago è viva e pulsa.

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