Breckenridge, Colorado

Finalmente le montagne, ed e’ come sentirsi di nuovo a casa. Da Denver la strada prende a salire senza esitazione, arrampicandosi lungo rampe di terra rossa come il tramonto… improvvisamente il paesaggio si colora di verde, ma un verde sconosciuto alle nostre Alpi: i prati e le gigantesche conifere appaiono di un pagliericcio argentato, che si abbina perfettamente all’amaranto della terra argillosa. Ben presto superiamo i 3000 metri di altitudine ed ai lati della strada spuntano macchie di neve, residue della stagione invernale. Le vallate sono molto ampie, tanto che le cime delle montagne (tutte attorno ai 4000 metri), sembrano semplici colline. Il nostro viaggio termina a Breckenridge, un paesino di minatori convertito al turismo invernale: alloggiamo in un ostello pittoresco, un piccolo e grazioso rifugio che sembra aver superato molti inverni prima di ospitare anche noi, gestito da due inglesi simpaticissimi e dal loro cane Gaspode (Fireside Inn, HI Ostello della Gioventù, Breckenridge). Qui entriamo in contatto con l’ennesima sfaccettatura di questa poliedrica America: potremmo definirla l'”altra America”, ma preferiamo pensare al tassello di un puzzle molto complesso… e’ l’America che ama e rispetta la sua terra ed il suo ambiente, degli immensi parchi naturali, dei trasporti pubblici gratuiti ed alimentati con fonti di energia rinnovabile (biodiesel ed ibrido elettrico); e’ l’America che cerca, seppur con fatica, di ritrovare la strada tracciata dai suoi popoli nativi, in passato tanto calpestata ed umiliata.

Le giornate scorrono veloci seguendo a piedi ed in bicicletta interminabili sentieri immersi nei boschi , il sole splende piu’ che mai interrotto solo da brevi temporali estivi. Oggi festeggiamo il primo mese in viaggio nomade, non poteva cominciare meglio!

Laguna pressi di Breckenridge, Colorado (Montagne Rocciose)