New york, primo contatto

Alba del secondo giorno qui a manhattan. Siamo ancora completamente sballati col fuso. Gli orari in questa sfavillante america non esistono: negozi sempre aperti, traffico incessante, gente che mangia ad ogni ora… Forse proprio come uno se la aspetta. E poi luci, luci, luci… Peccato per il tempo, ci accompagna una nebbia quasi londinese, anche se oggi c’e’ qualche spiraglio di sole. Ieri abbiamo macinato chilometri, sempre con uno sguardo rivolto verso il cielo (che ovviamente causa grattacieli non si vede!). Solitamente non siamo entusiasti della modernità, ma lo skyline di manhattan toglie il fiato. Pensavamo ad una città con più contrasti, ma e’ troppo presto per capirlo. La gente e’ fantastica, e’ facile attaccare bottone con chiunque, dal barbone di central park al mercante di chinatown… Le prime visioni strampalate: un bambino al guinzaglio ed un cane nel passeggino.

Manhattan, grattacieli visti da Central Park

Viaggio nomade

Che fate ancora qui?
Pensate di imparare qualcosa standovene lì seduti?
L’unico modo per crescere è girare il mondo,
coltivare l’anima osservando culture diverse.
Non fermatevi mai nello sguardo,
bensì imparate ad osservare con attenzione…
Una nota soave, un ballo vorticoso,
un sorriso basteranno a regalarvi
la gioia di un petalo che s’apre,
di un fiore che sboccia!

Domani è america.

Senza terra, sempre

Alcuni giorni fa un gruppo di indigeni brasiliani (tupiniquim e guaranì) aiutati da attivisti di una ONG tedesca hanno bloccato gli ingressi della multinazionale tedesca Procter&Gamble, azienda che fornisce mezza Europa di fazzoletti di carta. Si vuole in questo modo denunciare che un grosso fornitore di cellulosa di tale azienda, la Aracruz Celulose, si è indebitamente appropriata di terre che erano sotto la tutela del popolo indigeno. Eventi simili a questo si ripetono con una frequenza disarmante.

Ma come è possibile che si debba ancora parlare di “riserve per indigeni” e di insopportabili prevaricazioni nei loro confronti? Esorterei chiunque a passare una giornata in un luogo simile ed infine trarre le dovute conclusioni: emarginazione e subalternità sono le parole che meglio descrivono la triste condizione degli indigeni che vi sopravvivono, cinicamente abbandonati soltanto perchè esigono il rispetto della loro cultura. Ciò succede in un paese come il Brasile che comunque garantisce una certa attenzione, a volte non priva di vuota retorica, nei confronti dei suoi popoli. Forse un giorno dovremo pentirci di non aver ascoltato il loro grido di amore nei confronti della terra che calpestiamo.

Il viaggio, la meta

…Sempre devi avere in mente Itaca
– raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
(Costantino Kavafis, Itaca)

Viaggio nomade in bicicletta

Un simpatico 60enne australiano nel corso dell’ultimo anno ha percorso migliaia di chilometri in bicicletta lungo le strade ed i sentieri dell’america latina, in completa solitudine e senza nessun aiuto se non le sue gambe e l’ospitalità delle persone che ha incontrato lungo il percorso… Un viaggio nomade lungo le americhe affrontato alla giusta velocità, inseguendo il ritmo delle stagioni e della curiosità, senza condizionamenti di sorta. Un viaggio nomade indimenticabile!

La sintesi dell’esperienza sta tutta nelle sue parole: “La importancia de viajar es comprender con tus propios ojos la realidad, es decir observar de una manera crítica, sin que te lo cuente un tercero. Se trata de contemplar sin prejuicios” (l’importanza di viaggiare è sperimentare la realtà coi propri occhi, cioè osservare in modo critico senza che qualcun altro te lo racconti. Significa contemplare senza pregiudizi).

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