Frontera corozal, ancora Selva Lacandona

L’ultima notte messicana scivola via lenta ma inesorabile, come il corso del rio Usumacinta, sulle cui sponde ora ci troviamo. La strada che ci ha condotti dall’altipiano presso Comitàn fino a Frontera Corozal, e’ un tortuoso percorso attraverso un paesaggio incredibile. Dopo aver superato le stupende Lagune di Montebello, una serie di specchi d’acqua blu e verde smeraldo circondati da pinete, la strada ha preso una discesa senza fiato verso la giungla, costeggiando il confine con il Guatemala. Da qui il nome di “carretera fronteriza”. Fino alla cittadina di Benemerito De Las Americas, osserviamo il frutto di decenni di sfruttamento totalmente irrazionale del territorio. Con la promessa di una terra facile, i campesinos dell’altipiano venivano mandati allo sbaraglio (vedi l’esperienza dell’ejido Emiliano Zapata), sempre più nel cuore della selva lacandona. Ma l’assenza di un intelligente piano agricolo ha costretto allo sfruttamento di terreni sempre più estesi e sempre meno produttivi. Come drammatica conseguenza, vediamo una selva in agonia ed il ritorno dei latifondisti, in luoghi dove non avrebbero mai potuto arrivare neppure con enormi risorse. Frontera Corozal non e’ esente da questi problemi, ma i suoi abitanti sembrano aver trovato una valida alternativa in progetti di “ecoturismo”, vista la bellezza del rio Usumacinta e la ricchezza di vita lungo le sue sponde (finalmente vediamo le scimmie urlatrici!). Inoltre a pochi chilometri dalla comunità si trovano le rovine maya di Yaxchilan e Bonampak.

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